Me in cassetta

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Non sopporto l’autoindulgenza della mia generazione, la nostra capacità di essere nostalgici del peggio, il sentimento un po’ alla Fazio che mescola Ciao Crem e Crystal Ball in un’unica melassa di malinconia.

Lo ammetto: anch’io volevo sposare una (a caso) delle Charlie’s Angels  o una (ancora più a caso) delle Occhi di gatto o, se proprio dovevo concentrarmi su una singola scelta, Daisy Duke, ma ho felicemente superato quella fase e sono abbastanza contento delle opportunità di questo tempo, decisamente più vivo e interessante rispetto agli anni ’80.

Pure, una piccola punta di sentimentalismo prende anche me in questa stagione quando penso alle mie cassettine estive. Non fraintendetemi: non rimpiango il fatto di partire carico di musicassette quando adesso riesco a portarmi in tasca un centinaio di dischi in .mp3; rimpiango la preparazione di quelle cassette, la cura maniacale della compilation, o il rito stesso della compilation, che prevedeva una liturgia ben precisa a seconda del luogo, del tempo o dell’occasione.

C’era chi teorizzava un’alternanza canzone svelta – canzone lenta (già, ma da quale partire poi? Se parti con lenta – svelta cambia tutto…), chi invece pensava ai due lati della cassetta: rapido vs. meditativo oppure – anche in questo caso – il contrario. Ognuno aveva una sua ricetta per confezionare la cassetta. C’era chi contestualizzava, per cui la cassetta delle vacanze marittime conteneva solo pezzi surf o roba dei Beach Boys o Summer on a solitary beach di Battiato; la montagna era decisamente più progressive, la world music per le vacanze in Grecia, Dire Straits o Simon & Garfunkel per l’interrail…

E poi c’era la mano di chi confezionava la cassetta: l’arte di non far percepire lo stacco meccanico fra le canzoni sommando i tasti play + rec con il tasto pause, la capacità di compensare sorgenti sonore diverse (altre mc, con cd o dischi in vinile…), la pazienza di stare per ore appostati alla radio solo per registrare quella canzone (sperando che il deejay non ci parlasse troppo sopra!)…

Tutto questo si scontrava poi con un supporto standard da 60 minuti che comportava un po’ di calcoli sessagesimali per far sì che le canzoni ci stessero tutte: la cassetta da 90 minuti era decisamente troppo arrogante per essere imposta anche agli altri e quella da 120 era esclusivamente per uso personale. (A me piaceva poi che le cassette ‘non finissero’ e l’ultimo pezzo del lato B era volutamente eccedente il tempo a disposizione: veniva troncato appena prima che l’autoreverse facesse ripartire tutto…).

Eccola – direte voi – la nostalgia alla Fazio! Quel “si stava meglio quando si stava peggio” tipico di chi diventa anziano… E il Ciao Crem? E le Crystal Ball? Qual è la differenza fra la tua cassettina da vecchio e una playlist sull’IPod?

Be’… in teoria nessuna. Alla fine dei conti una sequenza di canzoni è una sequenza di canzoni, no? Però, in pratica, l’atteggiamento era lo stesso di quando devi preparare una valigia e ti chiedi “cosa mi serve veramente? Che cosa devo assolutamente portare con me?” Ecco: è una selezione, una scelta; decidevi che quella sequenza era quello che volevi sentire in quel periodo, il suono che ti rappresentava di più.

A volte ti presentavi alle persone con una cassetta e preparavi una cassetta per la ragazza che ti piaceva. Eccomi. Ascoltami. E abbi pazienza se insisto a mettere Time dei Pink Floyd, Little wing di Hendrix o Mesopotamia di Battiato insieme a Love for sale di Bon Jovi. Alla fine ho diciassette anni e suono così.

E mi ricapita allora di ritrovare quelle cassette così radicali, così poco “commerciali” esattamente come sono gli adolescenti e sento esattamente come suonavo difficile o sgradevole in quegli anni e come le cassettine diventano via via più “normali”, mainstream, fino a diventare superflue.

La nostalgia, se permettete, è solo per questa scelta, la scelta di campo di essere rappresentati da 10/12 canzoni che cambiano col passare degli anni, che segnano certi momenti messi in sequenza (svelta / lenta) come certe cose che hai vissuto.

Il mio lettore di .mp3 è decisamente più comodo ma, se posso portare tutto con me, non ho più bisogno di scegliere e fra qualche anno non saprò dire quali canzoni sono risultate più rappresentative di questi anni.

Forse è un male comune e questa sovrabbondanza a volte ci impedisce di scegliere radicalmente da che parte stare. Meglio essere un po’ di tutto, ascoltare un po’ di tutto, ed essere possibilisti: alternare Bach; Beatles e Morricone con Rammstein e Allevi… selezioni casuali che però rappresentano bene il nostro essere liquido di questi tempi. Niente di male e, come dicevo, credo che questi anni siano molto divertenti…

Solo, abbiate pazienza se a volte mi sento un po’ così … shuffle.

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5 risposte a Me in cassetta

  1. Emanuele Verdecchia ha detto:

    Sì è vero… l’mp3 non lascerà traccia di quelli che sono stati i nostri ricordi e le nostre scelte radicali, e non, in merito alla musica che decidevamo di ascoltare. In fondo la cassetta era un musical box limitato e questo ci costringeva a delle scelte. oggi la scelta o è procrastinata o è un’illusoria possibilità di avere tutto disponibile, tutto a portata di mano. Per fortuna non è così e ogni volta che mi accingo a scrivere una canzone (ebbene sì, anch’io sono tentato dall’ambizione di lasciare e lanciare una mia nota nel futuro spazio profondo) trovo che quello che sono stato e, che sono, viene irrimediabilmente fuori.
    Per dirla con Morgan, che se la cantava anni fa: “Sono come Suono”. Si può leggere anche palindromo, senza perderne di compiutezza e di senso reale: “Suono come Sono” (forse neanche buono…)
    Hasta!!

    • Kabaré Voltaire ha detto:

      Grazie del commento! Guarda: io lancio un giochetto se ti / vi va… Provate a spedirmi una playlist che vi possa descrivere oggi, la “cassettina ideale” che usereste per presentarvi. Io adesso vado a frugare nei miei scatoloni e domani posterò quella fantomatica cassettina per la ragazza che mi piaceva e, magari, la playlist che (forse) farei oggi… 🙂

      • Kabaré Voltaire ha detto:

        Ok: come vi avevo promesso oggi vi posto la playlist del 1992 (!) con cui pretendevo di farmi capire da una ragazza comunque molto comprensiva:
        1. Rock and roll (Led Zeppelin)
        2. Tunnel of Love (Dire Straits)
        3. Time (Pink Floyd)
        4. Song for Guy (Elton John)
        5. Summer on a solitary beach (F.Battiato)
        6. Romeo and Juliet (Dire Straits)
        7. Ragtime (Run DMC)
        8. King of Pain (The Police)
        9. It’s raining again (Supertramp)
        10. Wish you were here (Pink Floyd)
        Oltretutto, mi sembrava di aver ceduto un po’ troppo ai gusti femminili…
        A breve la playlist che farei oggi. Attendo le vostre!

  2. Michelina Viva Viva ha detto:

    Beh io ho più di 3mila canzoni si iTunes, quindi è difficile selezionarne 10! Le ho scelte senza scorrerle tutte e 3mila, mi sono limitata a scrivere le prime 10 che mi sono venute in mente a freddo.Sono solo alcune di quelle che quando passano random nel mio iPod non mando mai avanti.. e eccetto le prime 3 non sono in ordine di importanza..
    1. Bella (Jovanotti)
    2.Someone like you (Adele)
    3.New shoes (Paolo Nutini)
    4.Jesus of suburbia (Green Day)
    5.(le ultime pagine del) Don Chisciotte (KV)
    6.Moondance (Michael Bublè)
    7.Meraviglioso (Negramaro, ma eccezionale anche l’originale di Modugno)
    8.We are young (Fun)
    9.Nightswimming (REM)
    10. Don’t look back in anger (Oasis)

    Bene, ora posto immediatamente prima che mi vengano ripensamenti di tipo esistenziale. Ho cercato di fare una playlist mista, per evitare di metterle tutte di Jovanotti..

    • Kabaré Voltaire ha detto:

      Interessante… Ma un conto è la selezione dei “mi piace”, un conto – e qui andiamo un po’ sul filosofico-esistenziale – è una sequenza di canzoni che ti rappresenti… Io ci ho pensato un po’ e concordo sul fatto che questa selezione cambia molto rapidamente; tuttavia, oggi, sarei così:

      Lato A

      – A man of simple pleasures – Kasabian
      – Storia di un bellimbusto – Elio e le storie tese
      – Pryntyl – V.Capossela
      – Escluso il cane – Rino Gaetano
      – Cannonball – Damien Rice
      – Coda di lupo – F.De André

      Lato B
      – When I’m 64 – The Beatles
      – Velleità – I Cani
      – Le tasche piene di sassi – Jovanotti
      – Ballata del lavoro interinale – I ministri
      – Dance me to the end of love – L.Cohen
      – La valigia dell’attore – F.De Gregori

      (Come vedi, da anziano, insisto a “dividermi” in due lati… 😉

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